Stile di vita durante i trattamenti chemioterapici

Le indicazioni per migliorare lo stile di vita durante i trattamenti chemioterapici

L’avvio di un trattamento chemioterapico per una patologia onco-ematologica richiede una valutazione complessiva da parte dei sanitari che prendono in cura il paziente che tenga in considerazione non solo il tipo di tumore e la sua evoluzione ma anche altri fattori quali l’età, lo stato nutrizionale, le abitudini e le patologie pregresse, in modo da poter fornire indicazioni per poter gestire al meglio questa fase della loro vita.

I primi cicli di terapia nella cura delle malattie del sangue possono essere più impegnativi sul fisico del soggetto e le tempistiche con cui vengono avviati i trattamenti, spesso non consentono di preparare adeguatamente il paziente dal punto di vita psicologico e comportamentale. Possono svilupparsi velocemente effetti collaterali come nausea, vomito, inappetenza, fatigue, rischio di infezioni e perdita di massa muscolare. Si può intervenire su alcuni aspetti della vita del singolo paziente per favorire un corretto approccio alla terapia, un possibile miglioramento della prognosi e una riduzione degli effetti collaterali.

STILE DI VITA

Lo stile di vita è quell’insieme di comportamenti e azioni che vengono messi in pratica dagli individui nella vita di tutti i giorni e che incidono, in modo piuttosto significativo, sulla qualità della vita e sul benessere psico-fisico.

Per i soggetti che ricevono una diagnosi è ancora più importante adottare i consigli che sono rivolti alla popolazione sana. Oltre a queste raccomandazioni che sono esposte in seguito, la consapevolezza di dover prendere la propria cura “come principale lavoro” deve essere fondamentale. Durante i trattamenti chemioterapici è importante ridurre il più possibile ogni forma di affaticamento mentale e fisico per non arrivare ad essere troppo ‘stanchi’ per affrontare efficacemente le cure. Al contrario non deve passare il concetto che ci siano motivi specifici per eliminare il tempo a disposizione per la famiglia, gli amici e il lavoro.

Non esistono “regole” universali valide per ogni paziente e per tutti i tipi di chemioterapia che vengono somministrate per la cura del linfoma. Tuttavia, ci sono alcune indicazioni generali che possono essere fornite per affrontare le cure.

AFFRONTARE LA TERAPIA

Spesso, il giorno della chemioterapia e nelle 36-48 ore successive il paziente può avvertire stanchezza e questo può portare a modificare alcune abitudini quotidiane. La paura di fare cose che “compromettono la guarigione” oppure che “stancano troppo” è generalmente ingiustificata. Molti pazienti, anche anziani, mantengono quasi tutte le loro abitudini: è il modo migliore per trascorrere il periodo delle cure, concedendosi eventuali pause quando se ne avverte il bisogno.

Generalmente si possono svolgere le normali attività lavorative e sociali, anche se si avverte un maggior bisogno di riposare durante la giornata o di ridurre l’orario di lavoro. Nei giorni che seguono la terapia può aiutare la riduzione deiritmi del lavoro, in modo da ridurre tensioni o affaticamento fisico ed emotivo.

RELAZIONI

Pur non potendo mantenere gli stessi ritmi di prima, si può in genere conservare una buona qualità di vita, senza perdere la propria progettualità e senza rinunciare alla vita relazionale e professionale, che assumono tanta importanza nel contrastare gli effetti negativi della malattia.

La principale limitazione alle proprie attività può derivare anche dal repentino calo del sistema immunitario indotto dalla chemioterapia: quindi il fumo, gli ambienti affollati o i contatti con persone infette dovrebbero essere evitati.

Con l’aiuto del proprio medico curante si possono, individuare i momenti più a rischio nei quali limitare i contatti sociali per i potenziali rischi infettivi. Quindi, convivio sì, ma con attenzione avendo premura di chiedere e informare del proprio e altrui stato fisico: una banale infezione può far procrastinare le cure allungando le tempistiche e i programmi di cura.

ALCOOL

Una menzione particolare merita il consumo di alcool che dovrebbe essere evitato soprattutto durante la chemioterapia. Nel corso delle terapie, per evitare interazioni tra l’etanolo e i farmaci (con rischio di sovraccarico per il fegato), il consumo dovrebbe essere nullo.

Sarebbe meglio evitare di bere alcolici per almeno due giorni dopo aver fatto la chemioterapia. Dopo questo periodo a discrezione si può valutare se ricominciare a bere alcolici in piccole quantità, se si sente il desiderio e se fa parte delle abitudini.

ATTIVITÀ FISICA

L’attività fisica dovrebbe essere mantenuta compatibilmente con le condizioni generali del paziente, privilegiando attività quali la ginnastica dolce, le camminate, la bicicletta a scopo ludico, il nuoto, almeno due volte alla settimana, secondo una frequenza che riprende quella raccomandata a scopo preventivo (almeno 150 minuti a settimana).

Al contrario un’attività fisica molto intensa andrebbe evitata per non causare una riduzione energetica importante e per non aumentare lo stato infiammatorio.

RIPOSO

In egual misura, sia per un giovane o un anziano, molto importate è il riposo e il sonno. Tutte le strategie per permetter un sonno ristoratore dovrebbero essere messe in atto: cene leggere, ridurre caffeina e teina, coricarsi sempre alla stessa ora, non usare dispositivi elettronici prima di addormentarsi (tablet, pc, cellulare, televisione).

Questi comportamenti, se non sufficienti per l’obiettivo, possono essere affiancati all’uso di farmaci.

ALIMENTAZIONE

Molto importante è seguire anche una corretta alimentazione con eventuali variazioni, come già proposto in un precedente articolo, anche in relazione ai possibili effetti collaterali della chemioterapia.

FUMO

Sembrerebbe scontato, ma non lo è: smettere di fumare è uno dei sistemi più efficaci e meno dispendiosi per migliorare la qualità di vita dei malati oncologici. E in molti casi anche per aumentare le chance di guarire. Il fumo compromette la risposta a molti farmaci, compresi gli antidolorifici e alcuni farmaci chemioterapici, aumenta il rischio di complicanze e di effetti collaterali legati ai trattamenti (radioterapia compresa) e alla chirurgia, riduce la capacità generale dell’organismo di contrastare la malattia e le infezioni.

Nei pazienti oncologici fumatori in genere sono più accentuati i problemi che rendono complicata la vita di ogni giorno: dall’affaticamento cronico, la cosiddetta fatigue, all’infiammazione delle mucose orali (mucosite o stomatite) e gastrointestinali.

BENESSERE PSICOFISICO

Oltre alla cura del corpo, è importate mantenere anche sane abitudini per il benessere psicofisico: ritagliarsi il tempo per i propri hobby e per curare le relazioni sociali. Se questo non dovesse essere sufficiente, non limitare la possibilità di richiedere un supporto psicologico per sé come paziente, ma anche per i propri affetti.

SESSUALITÀ

Nel campo degli affetti, inoltre, non è da trascurare la sfera intima. Spesso i pazienti e i loro partner sono bloccati dal riprendere l’attività sessuale, anche se si sentono desiderosi di farlo, per paura di trasmettere al partner la malattia, di nuocergli durante e alla fine dei trattamenti radioterapici o chemioterapici. Durante la chemioterapia l’unico accorgimento è quello di usare un preservativo per evitare irritazioni vaginali legate a farmaci, che possono danneggiare le mucose, o la presenza di alcuni precipitati dei farmaci nel liquido seminale, o l’insorgenza di una gravidanza, oltre alla possibile trasmissione di malattie.

Molto importante è la comunicazione all’interno della coppia che può essere agevolata anche dall’aiuto di uno psicologo: parlare più apertamente della sessualità e dei cambiamenti determinati dalla malattia, come la difficoltà nel provare certe sensazioni di piacere o nel raggiungere l’erezione, la paura di essere rifiutati o di non essere più desiderabili, di poter procurare dolore al partner o di richiedergli prestazioni a cui non è interessato.

L’intervento psicologico è mirato anche ad aiutare il paziente ad adattarsi ai cambiamenti fisici che lo fanno sentire meno attraente o che interferiscono con la sessualità.

IN COCLUSIONE

Questi sono alcuni consigli, che dovrebbero essere mantenuti per tutto il corso della terapia ma con una particolare attenzione nei giorni a cavallo della terapia. Tuttavia, ogni malato ha caratteristiche peculiari e ogni tipo di malattia richiede trattamenti specifici. Il consiglio più importante è condividere con il proprio medico e il team di supporto i dubbi e fare domande specifiche in base alle proprie esigenze.

 

Dott.ssa Sara Bigliardi
Medico Ematologo AUSL Modena
Comitato di Redazione FIL

Dott. Maurizio Agradi
Biologo Nutrizionista

 

 

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