Nel pomeriggio di venerdì 17 novembre, nel corso della riunione annuale della FIL, sono stati premiati i vincitori dei bandi rivolti a giovani ricercatori.
Bando FIL Club
La Fondazione ha promosso per il terzo anno il bando FIL Club, finanziato da una rete di aziende, associazioni e privati, e riservato alle 12 Commissioni Scientifiche FIL. Questa edizione del Bando è stata vinta dalla Commissione Studi Biologici, coordinata dal Dott. Simone Ferrero, che si è aggiudicata un grant di 350.000€.
Il progetto (PI Sabino Ciavarella; co-pi Valentina Tabanelli) mira ad uno studio dettagliato e con metodologie innovative delle componenti immunitarie nei linfonodi dei pazienti anziani affetti dal linfoma a grandi cellule B, la più frequente tra le forme di linfoma aggressivo. La conoscenza dei meccanismi di risposta immunologica in questi pazienti rispetto ai pazienti più giovani potrà essere fondamentale per lo studio futuro di combinazioni di nuovi farmaci, più mirati e meno tossici, utili a potenziare l’efficacia del trattamento di questa categoria di pazienti.
Bando Giovani Ricercatori – Luigi Resegotti
Il Bando Giovani Ricercatori, dedicato al luminare dei linfomi, figura storica per la Fondazione, il prof. Luigi Resegotti, mette in palio 100.000 € finanziati da FIL (20%), Fondazione Giulia Maramotti (50%) e Fondazione GRADE (30%), per premiare progetti che introducono aspetti innovativi nella gestione diagnostica e terapeutica dei pazienti con linfoma, per conoscere meglio la malattia, migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti.
La VI edizione del Bando è stata vinta dalla Dott.ssa Luisa Lorenzi con il Progetto MIMYC, studio osservazionale retrospettivo-prospettico sulla valutazione dell’impatto clinico delle anomalie del gene MYC e della loro correlazione con il microambiente nei linfomi aggressivi a cellule B.
I linfomi a gradi cellule B sono dei linfomi frequenti e molto aggressivi. Sebbene l’introduzione di terapie innovative con anticorpi monoclonali abbia migliorato la sopravvivenza di numerosi pazienti, alcuni sottogruppi di linfomi, caratterizzati da anomalie molecolari del gene MYC, non rispondono ai protocolli più diffusi e tendono a recidivare.
In alcuni centri di ematologia i pazienti con anomalie di MYC sono trattati con protocolli intensificati ma la vera efficacia di questo approccio non è stata dimostrata in studi multicentrici.
Lo studio MIMYC intende analizzare con approcci biologici multipli ed innovativi (indagando DNA, RNA e proteine) il tessuto di pazienti con linfomi caratterizzati da diverse anomalie del gene MYC (riarrangiamenti, amplificazioni e mutazioni).
Premio Brusamolino
FIL e AIL finanziano il Premio Brusamolino, giunto alla X edizione e promosso in onore del dottor Ercole Brusamolino, ematologo, socio FIL, che incoraggia contributi originali e innovativi nella clinica e biologia dei linfomi con due grant di 5.000€ ciascuno.
Per la sezione Lavoro clinico ha vinto il Dott. Gabriele Roccuzzo con la pubblicazione “Sézary Syndrome: Different Erythroderma Morphological Features with Proposal for a Clinical Score System”
Il lavoro pubblicato riguarda lo studio retrospettivo che è andato a valutare le diverse tipologie di eritrodermia nei pazienti con sindrome di Sézary. Le linee guida attuali definiscono i pazienti con sindrome di Sézary con un coinvolgimento T4 per quanto riguarda la cute, ma non esiste una differenza tra le diverse tipologie cliniche. Alla clinica dermatologica dell’università di Torino, è stata analizzata una casistica retrospettiva che ha permesso di individuare tre pattern principali di eritrodermia:
- E1 la forma eritematosa, la più comune
- E2 la forma infiltrata
- E3 forma melanodermica
Da un’analisi preliminare è stato valutato che queste diverse tipologie di eritrodermia possono avere un’evoluzione l’una nell’altra tipicamente seguendo una sequenza E1, E2, E23. In particolare, la forma melanodermica sembra avere un fattore prognostico negativo sui pazienti.
Il passo futuro per il progetto è una corte prospettica con l’augurio di coinvolgere più centri.
Per la sezione Lavoro non clinico la vincitrice è la Dott.ssa Celeste Rizzello, con la pubblicazione “Intracellular osteopontin protects from autoimmunity driven lymphoma development inhibiting TLR9 MYD88 STAT3 signaling”.
Il lavoro ha indagato gli effetti della forma intracellulare di osteopontina sulla capacità di contrastare la formazione dei linfomi.
Nei pazienti affetti da patologie autoimmuni le cellule del sistema immunitario reagiscono contro molecole del proprio organismo, riconoscendole come estranee. Tra queste ci sono le cellule B che proliferano, si attivano e possono trasformarsi in cellule maligne quindi generare linfomi.
Dall’autoimmunità al linfoma gioca un ruolo prezioso una molecola, la proteina osteopontina, che se presente all’interno della cellula, può contrastare meccanismi molecolari alla base della formazione dei linfomi.
Interviste video
- Intervista Celeste Rizzello – Vincitrice Premio Brusamolino
- Intervista Gabriele Roccuzzo – Vincitore Premio Brusamolino
- Intervista Luisa Lorenzi – Vincitrice Bando Giovani Ricercatori
- Intervista Sabino Ciavarella – Vincitore bando FIL Club