ricerca studio clinico FIL_Miro

La Fondazione Italiana Linfomi studia il linfoma follicolare localizzato. Concluso il progetto di ricerca Miro, già pronto FIL_Gazebo

Si è concluso lo studio FIL_MIRO condotto dal Prof. Alessandro Pulsoni del Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione Università “La Sapienza”, osp. S. M. Goretti di Latina.

Lo studio è dedicato ai linfomi follicolari in stadio localizzato, che si presentano più raramente e su cui, quindi, esistono meno evidenze scientifiche. Il trattamento standard per questo tipo di patologia è la radioterapia locale.

Lo studio Miro

Con lo studio Miro i ricercatori hanno voluto testare gli effetti del consolidamento con un anticorpo monoclonale (Ofatumumab) impiegato dopo la radioterapia, sui pazienti con malattia residua minima (MRD) e quindi con tracce della malattia nel sangue e nel midollo, dopo il trattamento radioterapico.

Lo studio ha impiegato 3 anni per l’arruolamento dei pazienti – 106 quelli coinvolti in 26 centri – e oltre 3 anni per il follow up.

Al momento della diagnosi, una porzione importante di pazienti (>50%) non aveva tracce della malattia nel sangue e nel midollo, quindi il numero di pazienti in cui poteva essere operata la strategia di un consolidamento è stato conseguentemente ridotto. Nonostante questo limite oggettivo, lo studio ha consentito di raggiungere risultati importanti.

Conclusioni

È stato confermato l’effetto positivo del trattamento radioterapico per questo genere di linfoma, dimostrandosi risolutivo però, solo per una parte di pazienti.

L’obiettivo primario dello studio, ottenere una MRD negativa dopo il consolidamento è stato ampiamente raggiunto; l’impiego dell’anticorpo monoclonale, infatti, ha permesso di negativizzare i pazienti nel 92% dei casi, a fronte dell’obiettivo del 50% posto dai ricercatori. La condizione di MRD negativa, comunque ottenuta e significativamente correlata con una migliore prognosi, conferma la validità del principio di trattare i pazienti con MRD positiva.

Un’altra considerazione riguarda la progressione della malattia entro 24 mesi (POD24): nei casi di prognosi estremamente severa il trattamento con anticorpo ha inciso positivamente e nessuno dei pazienti trattati ha avuto recidiva nei 24 mesi successivi.

L’efficacia del trattamento con ofatumumab, tuttavia, è stata spesso non persistente. La strategia, dunque, può essere perfezionata aumentando le tecniche per monitorare la malattia residua minima in tutti i pazienti e con una strategia di consolidamento più persistente.

È quello che verrà realizzato con un nuovo studio, in partenza, FIL_Gazebo.

Con questi due studi la FIL più di ogni altro gruppo di ricerca approfondisce in maniera determinante la conoscenza del linfoma follicolare localizzato – dichiara il Prof. Pulsoni – e si propone di incidere sul suo trattamento, facendo progredire la conoscenza di una malattia la cui fisiopatologia è ora più nota”.

Sostieni la ricerca