Valutare la qualità di vita dei pazienti oncologici durante e dopo la cura di un linfoma è oggi un aspetto molto importante, che contribuisce ad aiutare medici e pazienti a fare delle scelte terapeutiche sempre più consapevoli.
I progressi che il campo dell’ematologia e dei linfomi ha compiuto negli ultimi 20 anni riguardo le possibilità terapeutiche sono stati notevoli. Ecco perchè oggi, finalmente, è importante poter scegliere quelle terapie che, oltre a garantire ottimi risultati clinici, permettono anche di mantenere una buona qualità di vita durante e dopo la cura di un linfoma.
La qualità della vita di un paziente dopo la cura di un linfoma dipende da diversi fattori: età, presenza di altre patologie, tipo di risposta alla terapia (parziale o completa) e durata, stato sociale, “aggressività” del percorso terapeutico, eventuali complicanze post-terapia.
Valutare la qualità di vita significa mettere il paziente al centro del percorso terapeutico. Per tenere monitorata la qualità della vita di un paziente, il medico ematologo dovrà continuare a seguire il suo percorso di guarigione attraverso il follow-up, ovvero una valutazione periodica del suo stato di salute post-terapia.
Il paziente, infatti, dopo la cura di un linfoma, si trova spesso in una condizione di ansia dovuta alla paura di riammalarsi e non deve mai correre il rischio di sentirsi trascurato dai medici in caso di buona risposta alle terapie.
Per impostare correttamente un programma di follow-up a lungo termine, è indispensabile disporre di tutte le informazioni relative alle pregresse terapie oncologiche.
Con il termine Long Term Effects si intendono tutte le patologie conseguenti a un trattamento chemio-radioterapico insorte dopo la terapia e perduranti nel tempo. Sia la chemioterapia, sia la radioterapia possono essere responsabili di tossicità tardive.
I Late Effects che possono originare da tali terapie sono molto variabili e dipendono sia dai farmaci utilizzati (tipo e dose), sia dalla sede, dalla dose e dalla modalità di erogazione della radioterapia.
I principali possibili effetti collaterali tardivi legati alle cure dei linfomi possono essere: seconde neoplasie, che compaiono dopo più di 10 anni, che intaccano principalmente organi quali la mammella, i polmoni e il tratto gastrointestinale; endocrinopatie, ovvero disturbi del funzionamento delle ghiandole endocrine; patologie cutanee come alterazioni di colore, tendenza alla disidratazione e ipersensibilità al sole; cardiopatie e pneumopatie.
Gli esami solitamente pianificati dopo le cure di un linfoma, durante il cosiddetto follow-up, sono solitamente i seguenti:
- visita cardiologica ed ecocardiogramma
- controllo della funzionalità tiroidea (FT3, FT4, TSH) ed eventuale ecografia tiroidea
- controllo pneumologico (spirometria globale con valutazione dei volumi polmonari)
Dopo la cura di un linfoma, per prevenire le conseguenze legate ai Long Term Effects, è fondamentale che i pazienti si impegnino a mantenere un peso sano per tutta la vita, bilanciando l’introito calorico e l’attività fisica.
In particolare, è consigliato svolgere almeno 30’ di attività fisica moderata-intensa, oltre alle abituali attività, in almeno 5 giorni della settimana, privilegiare una dieta ricca di vegetali e varietà di frutta, scegliere farine integrali, limitare il consumo di carni rosse e conservate, ridurre il consumo di alcool.