Il 15 settembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata della consapevolezza sul linfoma, una delle malattie onco-ematologiche più diffuse.
Uno degli obiettivi della FIL è quello di sensibilizzare sulla malattia per essere tutti più consapevoli riguardo al linfoma e alle possibilità che la ricerca può offrire.
COSA SONO I LINFOMI
I linfomi comprendono diversi tipi di tumore che prendono origine dalle cellule (linfociti) delle ghiandole linfatiche (linfonodi) presenti in tutto il corpo. Dai linfonodi la malattia può diffondersi attraverso il sangue e/o i vasi linfatici ad altri linfonodi od organi, sia linfatici (midollo, milza, ecc.), sia extra-linfatici (cute, polmoni, sistema nervoso centrale, stomaco, fegato ecc.).
I linfomi sono suddivisi in due grandi categorie: Hodgkin (LH) e Non Hodgkin (LNH). Questi ultimi comprendono a loro volta molti tipi di linfomi fra cui i più frequenti sono il linfoma a grandi cellule e il linfoma follicolare.
INCIDENZA
La malattia si presenta con una maggiore frequenza nei soggetti maschi e nella fascia di età 60-80 anni, ad eccezione del linfoma di Hodgkin che colpisce in prevalenza giovani tra i 15 e i 35 anni.
Per il linfoma di Hodgkin la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è pari all’82% negli uomini e all’87% nelle donne. Grazie all’efficacia dei trattamenti disponibili il LH rappresenta uno dei maggiori successi dell’oncologia moderna.
La percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, per i linfomi Non Hodgkin è complessivamente molto migliorata negli ultimi anni, ma non è possibile precisarla con un singolo valore numerico, in quanto dipende molto dal tipo di linfoma.
SINTOMI
I sintomi che fanno sospettare la comparsa di un linfoma sono aspecifici. Possono suggerire il sospetto di linfoma, ma nessuno di essi è veramente diagnostico. Solo mirati approfondimenti consentono di giungere a una diagnosi precisa e sicura.
IL LAVORO DI RICERCA
La ricerca in questo campo ha fatto grandi passi avanti da quando, per la prima volta, il medico Thomas Hodgkin nel 1832 descrisse il linfoma di Hodgkin, considerandolo però una forma di tubercolosi. Fu poi la medica Dorothy Mabel Reed a inizio ‘900 a classificare per la prima volta le cellule di Reed Sternberg tipiche del linfoma di Hodgkin e a dimostrare che non si trattava di una malattia infettiva come la tubercolosi.
Nel 1975, grazie all’intuizione dell’oncologo Gianni Bonadonna dell’Istituto Tumori di Milano, viene introdotto un nuovo trattamento basato sulla combinazione di 4 chemioterapici (ABVD) e tutt’oggi impiegato.
La ricerca ha portato a nuove scoperte e nuove sfide. Tra le più recenti e innovative troviamo la terapia basata sulle cellule CAR-T, ovvero la manipolazione genetica delle cellule del sistema immunitario del paziente per renderle capaci di riconoscere e attaccare il tumore. Nel 2019 AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha approvato le CAR-T e i primi centri hanno iniziato a somministrare la terapia.
COSA FA LA FONDAZIONE
Il cuore delle attività della Fondazione Italiana Linfomi è la ricerca scientifica ponendo sempre al centro il paziente al fine di trovare cure sempre più efficaci e garantire un elevato standard di qualità di vita.
Dal 2010, anno in cui la FIL è nata, sono stati condotti oltre 90 studi clinici coinvolgendo circa 10.000 pazienti.
L’attività scientifica nasce all’interno delle Commissioni Scientifiche, composte da medici che si dedicano quotidianamente ai loro pazienti cercando per loro nuove soluzioni per affrontare la malattia.
Dal 1975 ad oggi l’incidenza dei linfomi è purtroppo in costante aumento in entrambi i sessi. Un dato positivo è però quello legato alla riduzione della mortalità.
Grazie alla ricerca scientifica, oggi esistono ottime possibilità di cura.
In questa giornata speciale aiutaci a sensibilizzare sulla malattia: Dona!