Cosa sono gli studi clinici?
Gli studi clinici sono ricerche che coinvolgono pazienti e riguardano lo studio relativo alla malattia o allo stato di salute. Viene valutata l’efficacia e la sicurezza del trattamento studiato, il tasso di sopravvivenza, la prevenzione, la qualità della vita attraverso la raccolta di dati epidemiologici che consentono di valutare l’incidenza, la prevalenza, le cause di malattia, nuove tecniche diagnostiche, l’efficacia e la sicurezza di terapie standard e lo stato del paziente durante il follow-up.
Gli studi clinici possono essere ideati e promossi da singoli medici o da gruppi di medici.
Lo “studio clinico” può essere denominato anche “sperimentazione clinica”, “trial clinico” o protocollo clinico. Quando si parla di “Protocollo” si intende il vero e proprio documento che descrive lo studio.
Gli studi clinici possono essere suddivisi nelle seguenti macro categorie:
- studi non interventistici o osservazionali: in cui il ricercatore si limita ad “osservare”, da qui il nome di osservazionale. Sono studi che non hanno come oggetto la valutazione dell’efficacia e/o sicurezza di una nuova terapia e non ricorrono a procedure di monitoraggio aggiuntive o diverse da quelle previste dalla normale pratica clinica. Lo scopo di questi studi tendenzialmente è quello di identificare fattori di rischio per la malattia, studiarne le cause e le possibili strategie di intervento. Quindi si ricavano dati sulla sicurezza delle normali condizioni d’uso delle terapie, sulla bontà della pratica clinica, sull’appropriatezza delle cure, sui fattori di rischio o protettivi di una malattia. Gli studi osservazionali possono essere retrospettivi se i dati da raccogliere sono dati “storici” (es. estrapolati dalle cartelle cliniche) e gli studi sono condotti sulla base di documentazione raccolta in passato, quindi, già disponibile prima della decisione di avviare uno studio. Gli studi osservazionali sono prospettici quando i dati dei pazienti con determinate caratteristiche dovranno essere raccolti in un periodo di tempo ben definito con l’obiettivo di osservare un particolare evento (es. effetto di una particolare terapia).
- studi interventistici: sono studi utilizzati prevalentemente per valutare l’efficacia e la sicurezza di nuove terapie per poter valutare il bilancio rischio/beneficio di queste.
La responsabilità per la sicurezza dei pazienti che partecipano ad uno studio clinico è prima di tutto in capo al promotore, ossia l’Ente che propone lo studio. Negli studi FIL il promotore è direttamente la FIL o un gruppo di ricerca europeo/internazionale partner della FIL per il singolo progetto. La responsabilità relativa alla corretta applicazione di quanto definito nello studio clinico spetta ai medici responsabili presso i centri partecipanti allo studio che hanno il compito di rispettare quanto definito dal Protocollo. I comitati etici dei centri sono gli organi indipendenti che hanno il compito di valutare l’eticità dello studio e quindi di approvarlo o meno. Richiedono relazioni periodiche ai medici responsabili dello studio per un puntuale monitoraggio sul suo andamento. Se lo studio prevede l’utilizzo di un farmaco o dispositivo medico, occorre anche l’autorizzazione dell’AIFA o, in casi ben definiti, dell’Istituto Superiore di Sanità.
Come sono classificati gli studi clinici interventistici?
Gli studi clinici che hanno per oggetto una terapia, sono classificati in quattro fasi. Queste fasi sono successive a quella fase definita di preclinica in cui i farmaci vengono testati in laboratorio.
Gli studi su nuovi farmaci iniziano dalla Fase I. Questi studi sono in genere avviati e condotti dalle Aziende Farmaceutiche non a scopo terapeutico ma per verificare:
- la farmacocinetica, che studia i processi attraverso cui il farmaco viene assorbito, distribuito, metabolizzato ed eliminato dal nostro organismo e quindi reso disponibile per promuovere un effetto sul corpo umano;
- la farmacodinamica, che studia i bersagli cellulari della terapia in atto;
- alcuni dati preliminari di sicurezza e tollerabilità del farmaco.
In questa fase vengono stabiliti dosaggi del farmaco utili per vedere un primo effetto sull’organismo valutando anche i possibili effetti collaterali.
Gli studi che valutano propriamente l’attività del farmaco sull’organismo, i possibili effetti terapeutici, la dose/risposta e il profilo rischio/beneficio sono gli studi clinici di Fase II. Permettono di studiare l’efficacia di una terapia e le tossicità del farmaco su un piccolo numero di pazienti (in genere da 10 a 60) con la stessa malattia e caratteristiche cliniche simili ben descritte nel Protocollo. La FIL è promotore di numerosi studi di Fase II. L’importanza di questi studi per i pazienti affetti da Linfoma consiste nella possibilità di accedere a terapie innovative, pongono infatti la base per la pianificazione di studi più estesi.
Gli studi di Fase III sono gli studi che valutano l’efficacia e le reazioni avverse della terapia su larga scala (centinaia di pazienti) e sono mirati a confrontare diverse terapie per lo stesso tipo di pazienti. Questi studi sono condotti per effettuare la valutazione definitiva di tolleranza ed efficacia di una terapia. In genere si confronta una terapia sperimentale innovativa con una terapia standard già in uso per quel particolare tipo di malattia per dimostrare per tutti i pazienti un’efficacia non inferiore alla terapia standard e un accettabile profilo di rischio/beneficio. L’assegnazione del paziente ad un braccio di terapia (“randomizzazione”) può essere definito secondo criteri stabiliti dallo studio (specifiche caratteristiche molecolari, stadio del linfoma, ecc…) oppure in maniera casuale 1:1 (1 paziente in ogni braccio). La FIL conduce numerosi studi di Fase III.
Gli studi della Fase IV sono gli studi post marketing, dopo che il farmaco è stato immesso in commercio ed abbia ottenuto una autorizzazione per una specifica indicazione terapeutica. Si continuano a valutare in questa fase gli effetti indesiderati o proprietà farmaceutiche non evidenziate durante le prime tre fasi. Sono studi legati all’autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci e al loro rinnovo. Sono legati alla realtà commerciale.
La FIL, in quanto ente di ricerca no profit, promuove esclusivamente studi che abbiano quale obiettivo il miglioramento delle cure e della pratica clinica e la valutazione del rapporto rischio/beneficio e non allo sviluppo commerciale dei farmaci. Gli studi che conduce sono di Fase I/II, di Fase II e di Fase III. Non conduce sperimentazioni di Fase I e di Fase IV.
In quali ospedali posso trovare uno studio clinico FIL?
Un paziente può chiedere al suo medico se ci sono studi clinici disponibili per la sua malattia o condizione medica. Nella sezione Elenco Centri è possibile trovare i centri FIL in Italia.
I dati relativi agli studi clinici interventistici sono disponibili anche su piattaforme online come clinicaltrials.gov in cui sono registrati tutti gli studi clinici nel mondo o www.clinicaltrialsregister.eu in cui sono registrati tutti gli studi clinici in Europa.
Come viene approvato uno studio clinico?
La FIL, in qualità di promotore dello studio clinico, deve richiedere le necessarie autorizzazioni e valutazioni prima che lo studio sia disponibile presso i singoli centri aderenti in Italia. Lo studio interventistico o osservazionale con oggetto uno o più farmaci deve essere valutato da AIFA (o, in casi specifici, dall’Istituto Superiore di Sanità) e dai Comitati Etici di riferimento per tutti i centri partecipanti.
Il Comitato Etico è un ente indipendente e ha la responsabilità di garantire la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere dei soggetti in sperimentazione attraverso la valutazione dei protocolli di sperimentazione clinica, degli studi osservazionali ed epidemiologici. Una volta ottenute le approvazioni previste dalla legge la FIL invia ai medici responsabili presso i centri tutte le procedure operative per la corretta gestione amministrativa ed operativa dello studio e provvede all’apertura del centro.
Da quel momento il medico responsabile presso il centro può proporre la partecipazione allo studio ai pazienti con le caratteristiche previste dallo studio (tipologia di linfoma, età, stadio malattia, ecc…).
Il paziente che accetta di partecipare ad uno studio firma l’apposito consenso informato.
Come si partecipa ad uno studio clinico FIL?
Gli studi non sono adatti a tutti i pazienti anche se con la stessa malattia.
Il paziente NON è una “cavia”. Le regole delle sperimentazioni sono molto rigorose.
Il medico, responsabile dello studio presso il centro ematologico, informa il paziente sullo studio, sugli effetti secondari e i benefici che il paziente può trarre dalla ricerca.
Il medico ha il compito di spiegare il protocollo e di soddisfare tutte le richieste e i dubbi del paziente. Il paziente deve avere il tempo per formulare domande.
La partecipazione ad uno studio è una libera scelta del paziente che può ritirarsi anche durante il suo svolgimento, senza alcuna penalità e senza perdere alcun beneficio di cui sarebbe titolare al di fuori della ricerca. La decisione di abbandonare lo studio non compromette in alcun modo la qualità dell’assistenza e delle cure mediche che il paziente riceverà successivamente al ritiro del suo consenso. Il medico dello studio avrà il compito di illustrare le modalità di interruzione della terapia eventualmente in corso per evitare rischi alla salute del paziente. La partecipazione ad uno studio clinico non comporta alcun compenso né alcun costo per il paziente. Il paziente sarà seguito in ogni tappa della ricerca attentamente e secondo precise indicazioni definite nel Protocollo.
Perché sono importanti gli studi clinici?
Nonostante i numerosi progressi della ricerca scientifica sui linfomi, sono ancora tante le domande che al momento non hanno una risposta. La modalità che viene utilizzata in medicina per progredire nella conoscenza delle malattie è proprio l’utilizzo di Studi Clinici (SC). Gli SC sono fondamentali non solo per trovare nuove terapie, ma anche per migliorare le terapie standard, migliorare le tecniche diagnostiche, trovare nuovi criteri prognostici e tecniche per personalizzare le terapie e migliorare la pratica clinica senza nessun aggravio per il Servizio Sanitario Nazionale.
Vengono condotti in tutte le aree della medicina, ma sono particolarmente utilizzati in campo oncologico e oncoematologico.
Gli SC sono importanti perché permettono di trasferire le acquisizioni della ricerca biomedica alla pratica clinica.
Le terapie standard (o convenzionali) utilizzate oggi nella pratica clinica per la cura dei linfomi sono, infatti, il risultato di studi clinici precedenti.